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Flash
“Uno,
due,
tre…”
tabuuuuuuummm
Inspiro forte. Il cuore accelera sempre più. Deglutisco. Mi hanno sempre fatto paura i tuoni, ma da quando il mio udito ha subito questa fortissima trasformazione, la cosa è andata a peggiorare. M’inquietano così come m’inquieta questa pioggia scrosciante.
Flash
"Uno,
du…”
tabuuuuuuummm
Inspiro ancora più forte. Si sta avvicinando. Ecco. Sto sudando. Che donna ridicola che sono! Si può avere paura dei temporali alla mia età? No. Chiudo gli occhi. Io non ho paura. Anche se questa tenda è una ridicola protezione da questa pioggia scrosciante e fuori c’è un bosco… che fine che ho fatto! Dovevo essere l’étoile de l’opera de Paris, sono finita accampata in una tenda, cercando di salvare il mondo con un super udito ed una super vista.
Tabuuubuuuummm
Richiudo gli occhi. Passerà. La musica! Devo pensare alla musica! Ripasso a mente tutti i passaggi del valzer dei fiori di Tchaikovsky. Che sogno quella musica! Il palcoscenico! Il suono delle mascherine (N.d.A. la parte dura delle scarpette da punta, tipiche della danza classica) sulle travi del palcoscenico! Scrosciante come questa pioggia per passi piccoli e veloci, forte e duro come questi tuoni quando si atterra dopo un balzo.
Tabuuubuuuummm
Swuuuuuuuop
Il rumore della zip della mia tenda mi fa sobbalzare. Scatto seduta.
- Chi è?!
La figura che è entrata nella mia tenda sfila il cappuccio della sua giacca antipioggia.
- Françoise… Sono io! Non volevo spaventarti! Scusa!
- Joe?! … Che… che ci fai qui?
- Perdonami… credevo non riuscissi a dormire… Non… non volevo…
- Non dormivo, infatti.
Lo tranquillizzo, prima che scappi via. Lo sento sorridere.
- Come va?
Sorrido io ora. Non posso credere che tu ti sia ricordato che m’inquietano i temporali. Tu che entri nella mia tenda… Avrai fatto a pugni con te stesso.
- Lo sai… è colpa del mio udito… Questi rumori sono una tortura…
“Balle! Hai paura e lo sa anche lui…”
- Ti confesso che a me invece hanno sempre inquietato i temporali. Sai, quando ero in orfanotrofio, c’erano sempre bambini più piccoli a cui dover fare coraggio. Mi serviva ad averne anche io.
“Tu sei l’uomo più coraggioso che abbia mai conosciuto!”
- Vuoi restare qui? Almeno finché non mi addormento…
Annuisce. Lo so che era venuto per me, per questo, ma volevo chiederglielo.
Si siede accanto al mio sacco a pelo, appoggiando la schiena contro una delle barre di sostegno della tenda. Indossa ancora la giacca zuppa di pioggia. Se lo invitassi a toglierla, scapperebbe via, penso di conoscerlo ormai…
Tabuuubuuuummm
- Chissà perché ci fanno così paura i temporali?
- Adesso cerca di riposare, è stata una giornata dura e lo sarà anche domani…
- Hai ragione…
“sarai stanco morto anche tu… “
E infatti si addormenta subito, la sua testa ciondola dopo pochi minuti di silenzio. Che pena! Quanto mi dispiace che tu dorma così per causa mia. Ti faccio posto sul sottile materassino su cui dormo.
- Appoggiati qui.
Ti dico a voce bassissima. E come in un sogno, senza svegliarti scivoli giù e resti steso in una posizione molto più comoda, al mio fianco, fuori dal mio sacco a pelo, con ancora le scarpe e la tua giacca bagnata.
tabuuuuuuummm
“Uno,
due,
tre,
quattro…”
tabuuuuuuummm
Si sta allontanando… Apri gli occhi. Mi sorridi. Li richiudi. Cerchi la mia mano, io la tua. Le nostre dita si intrecciano. Chiudo gli occhi. Mi sento serena.
© 24/10/ 2016
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